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Euro in picchiata dopo l’accordo con Trump. EURUSD scivola sotto 1,17

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Sebbene l’intesa sia un segnale importante per gli sviluppi economici internazionali, molti osservatori lo ritengono svantaggioso per l’UE

L’accordo commerciale raggiunto con gli USA nel weekend finisce per spingere l’euro in forte ribasso, perché se da un lato è un segnale positivo per il commercio globale, dall’altra viene ritenuto svantaggioso per il vecchio continente.

L’intesa con l’amministrazione Trump prevede una tariffa del 15% sulle esportazioni europee (con alcune esenzioni). Sicuramente molto meglio del 30% che sarebbe entrato in vigore l’1 agosto se non fosse stata raggiunta un’intesa, ma comunque si tratta di un forte colpo all’export europeo.


L’accordo quadro include l’impegno dell’UE ad acquistare energia e attrezzature militari statunitensi per un valore di 750 miliardi di dollari, e un accesso selettivo ai segmenti chiave del mercato europeo.

Sebbene questo accordo sia un risultato migliore rispetto ai dazi del 30-50% minacciati da Trump, e sia un passo importante verso l’allentamento delle tensioni commerciali, a molti investitori sembra che l’Eurozona abbia subito un trattamento sfavorevole e punitivo (soprattutto se paragonato all’accordo con il Regno Unito).


Sulla scia dell’ottimismo per l’accordo raggiunto, l’euro era inizialmente salito rispetto al dollaro, ma poi il cambio ha invertito rapidamente la rotta fino a scendere sotto la soglia di 1,17, livello più basso in una settimana.
L’attenzione del mercato si sta spostando anche sulla decisione di politica monetaria della Federal Reserve nel corso della settimana, anche se non sono previste modifiche al tasso dei fondi federali.

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