La situazione di Stellantis si fa sempre più complicata. La crescita dei ricavi su base annua è giunta alla settima contrazione trimestrale consecutiva, segnando un peggioramento drammatico sia in termini di redditività che di generazione di cassa.
“Il ritorno alla perdita netta certifica una rottura“, sottolinea Gabriel Debach analista della piattaforma di investimento .
Il primo bilancio sotto la guida di Antonio Filosa si chiude malissimo, a causa di un mxi di fattori: volumi più bassi del previsto, aumento dei costi industriali, effetti cambiari avversi (soprattutto da Turchia e Brasile) e impatti daziari stimati in €330 milioni nel semestre. Un vero e proprio tsunami si è abbattuto su .
Nel primo trimestre si erano intravisti segnali di risveglio, ma il Nord America mostrava già crepe profonde (ricavi a -25%). Da primo sbocco extra-europeo era già diventato un sorvegliato speciale, mentre il peso geografico per consegne scendeva dal 29,2% del primo semestre 2024 al 24,3%. Un’emorragia.
Nel secondo trimestre di quest’anno, quelle crepe sono diventate fratture. “L’impatto dei dazi USA non è più un rischio teorico. È una voce a bilancio – scrive Debach di – E non è finita. Il CFO Filosa è stato chiaro: l’impatto crescerà nella seconda metà dell’anno. Finora, le azioni di mitigazione sui prezzi sono state contenute. Ma aumenteranno“.
I numeri in Borsa restano spietati: il titolo guida i ribassi a Piazza Affari, con un -36% da inizio anno. Il drawdown complessivo ha ormai superato il 66%. L’incidenza del titolo sul principale listino milanese è calata dal 5,2% di fine dicembre 2024 al 3,19% di fine giugno.
“Eppure, qualcosa si muove – sottolinea l’analista di – Filosa non promette miracoli. Promette di aggiustare. Prezzi, mix, incentivi, relazioni con la distribuzione. Ma soprattutto: prova a ristabilire un ordine nelle aspettative. Il vero rimbalzo arriverà solo nel secondo semestre. Sarà in grado Filosa di creare quell’aspettativa di ritorno alla normalità?”.
