L’ultimo report sull’inflazione nel Regno Unito complica di nuovo i piani della Bank of England, che potrebbe avere più problemi a tagliare ancora i tassi di interesse per sostenere la crescita.
Secondo il report dell’Office for National Statistics (ONS), nel mese di giugno i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,3% su base mensile, contro la variazione del +0,2% del mese precedente e il +0,2% atteso dagli analisti. Su base annua, la crescita dell’inflazione è salita al 3,6%, più del 3,4% atteso e registrato a maggio.
L’inflazione core, quella che esclude le componenti più volatili ed è la misura più rilevante per la politica monetaria della BoE, è salita dello 0,4% su base mensile e al 3,7% tendenziale, oltre le aspettative del 3,5% (che è stato anche il dato del mese precedente).
Anche i prezzi al dettaglio sono cresciuti (0,4% su mese e 4,4% annuo), superando le aspettative degli analisti di mercato.
Questi dati gettano qualche dubbio su un taglio dei tassi della Bank of England, che era dato come molto probabile dopo che l’ultimo report sul PIL aveva evidenziato i grossi problemi che sta attraversando l’economia del Regno Unito. Ma con un’inflazione che è tornata ad accelerare, la BoE ha una minor libertà di tagliare i tassi.
I mercati ora prezzano una probabilità dell’80% di un taglio di 25 punti in agosto, con solo un taglio in più per la fine dell’anno.
Sul fronte valutario, la sterlina tuttavia non è riuscita a guadagnare slancio. Il cambio staziona poco sotto 1,34, e continua la fase di correzione che è cominciata a inizio luglio, dopo che il rapporto tra l due valute era arrivato a 1,374. La zona compresa tra 13,4 e 1,342 ha valore di supporto. Se il cambio dovesse scendere più in basso, il successivo livello di supporto statico si trova su quota 1,325.

















