L’inflazione ancora alta nel Regno Unito e il contesto globale incerto hanno spinto la Bank of England a mantenere i tassi d’interesse fermi al 4,25%, come largamente atteso dal mercato.
La decisione del Comitato di Politica Monetaria (MPC) è stata presa con una maggioranza di 6 a 3, ma quei tre voti contrari si erano espressi a favore di una riduzione del tasso di 25 punti base. Questo è l’unico elemento di sorpresa nella riunione odierna, visto che il mercato si aspettava una voto di 7-2.
La BoE ha avvertito che l’inflazione rimane elevata (a maggio è salita al 3,4% dal precedente 2,6%) e dovrebbe rimanere attorno al livello attuale per il resto dell’anno, prima di tornare verso l’obiettivo il prossimo anno. Tuttavia, ha avvertito di “rischi bilaterali per l’inflazione“.
Quello che preoccupa è la crescita economica, che è ancora debole, così come si sta indebolendo anche il mercato del lavoro britannico.
Intanto la BoE ha preso atto dei “progressi nei negoziati sul commercio” con gli Stati Uniti, ma ritiene che l’assetto futuro dei dazi sia caratterizzato da elevata incertezza e questo accresce i rischi per il commercio globale. Inoltre il contesto geopolitico continua ad essere instabile, e per questo la BoE dovrà aggiornare di volta in volta la sua valutazione dei rischi per l’economia.
Per questo motivo il MPC giudica “appropriato” un approccio graduale e cauto all’ulteriore allentamento delle restrizioni monetarie e conferma che la politica monetaria non segue un percorso predefinito.
L’esito della riunione della Bank of England non ha spostato granché la sterlina. Il cambio
si aggira intorno a 1,34, dopo aver toccato i massimi di 3 anni pochi giorni fa a 1,363. Dall’inizio dell’anno la valuta britannica ha guadagnato circa il 10% rispetto al biglietto verde americano.
Invece il rendimento dei gilt britannici a 10 anni è stabile sul 4,5%.

















