Seduta in calo per l’euro, penalizzato da una raffica di dati macro che disegnano un quadro a tinte miste per l’economia del blocco continentale.
Il dato del Pmi Composite è sceso sotto la soglia dei 50 punti per la prima volta in cinque mesi, fermandosi a 49,5 (da 50,4 di aprile). In particolare modo, il settore servizi ha avuto un forte calo (a 48,9), mentre è cresciuta la manifattura (49,4, il massimo da 33 mesi). La produzione è diminuita sia in Germania che in Francia, mentre il resto dell’area dell’euro ha continuato a sovraperformare.
Tuttavia, sempre in Germania, l’indice Ifo è salito a 87,5 a maggio, il valore più alto da giugno 2024 e leggermente al di sopra delle aspettative del mercato di 87,4.
Intanto nella giornata odierna sono stati diffusi anche i verbali dell’ultimo meeting BCE. Secondo i responsabili di politica monetaria, non solo “i rischi per la stabilità dei prezzi potrebbero ora essere orientati al ribasso” ma si specifica addirittura che c’è “il rischio che l’inflazione possa scendere ben al di sotto del 2% almeno per il resto dell’anno in corso” (anche a causa dell’apprezzamento dell’euro). Le aspettative della BCE indicano che l’inflazione potrebbe attestarsi al di sotto del 2% nel 2025 ed a circa l’1,2% all’inizio del 2026, prima di tornare all’1,6% entro la metà del 2026.
Questo scenario apre le porte a nuove sforbiciate al tasso di interesse da parte della BCE, soprattutto considerando che alcuni membri avrebbero voluto un taglio di 50 pb già nell’ultima riunione.
Tuttavia gli effetti dei dazi potrebbero nuovamente alimentare la pressione inflazionistica, cambiando lo scenario. Proprio per queste incertezze, i membri della BCE hanno sottolineato il mantenimento di un approccio basato sui dati anche nelle future riunioni.
Nel frattempo, sul mercato valutario il cambio scende sotto la quota 1,13, allontanandosi dal massimo di due settimane toccato di recente.
Dagli USA è giunta intanto la novità che la legge fiscale è stata approvata oggi alla Camera, cosa che alimenta i timori per il debito della prima economia del mondo (dovrebbe aumentare il deficit di bilancio di quasi 3 miliardi di dollari nel prossimo decennio).

















