Gli ultimi dati macro giunti dal Regno Unito sono migliori delle aspettative e riducono le preoccupazioni di stagnazione economica. In questo modo aumenta la prospettiva che la Bank of England possa prendersi una pausa nel ciclo di taglio dei tassi, visto che gli stimoli dati finora stanno producendo frutti e l’inflazione non è ancora al target.
L’economia britannica è cresciuta dell’1,3% su base annua nel primo trimestre del 2025, leggermente al di sotto dell’espansione dell’1,5% registrata nel trimestre precedente, ma superiore alle aspettative del mercato (1,2%). Su base trimestrale, il PIL è cresciuto dello 0,7%, la performance più forte degli ultimi tre trimestri.
Su base mensile invece l’economia britannica è cresciuta dello 0,2%, dopo la crescita dello 0,5% di febbraio. Gli esperti si aspettavano una crescita piatta. Su base annua, il PIL è aumentato dell’1,1%.
Va evidenziato che questo report fotografa la situazione appena prima dell’annuncio dei dazi globali da parte di Trump (avvenuto a inizio aprile).
Questi dati sul PIL più forti del previsto evidenziano la resilienza dell’economia britannica e riducono la pressione per tagli aggressivi dei tassi da parte della Bank of England (il mercato si aspetta un’altra sforbiciata nel 2025). La BoE ha abbassato il tasso di riferimento di 25 punti base, portandolo a 4.25% a inizio maggio, ma la decisione ha messo in luce le divisioni all’interno del Comitato di politica monetaria, con diverse visioni più caute.
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Così sul mercato valutario la sterlina britannica è salita a 1,329 dollari (), una zona dove è in corso una forte tensione negli ultimi giorni, come si può vedere sul grafico della piattaforma di investimento .
Se la crescita della sterlina dovesse continuare, la resistenza più immediata è a quota 1,34 (sui massimi dell’ultimo periodo). In caso di discesa, la Ema50 (1,31) funge da supporto dinamico.
Oltre ai dati interni, la sterlina ha anche ricevuto una spinta da un dollaro USA più debole, poiché si specula sul fatto che gli Stati Uniti potrebbero spingere per una valuta più debole nei negoziati commerciali.