Giornata di grandi guadagni per il won coreano, spinto al rialzo dai colloqui con gli USA finalizzati proprio ad “accomodare” il rapporto di forza tre le due valute.
Gli Stati Uniti spingono per avere un dollaro più debole rispetto alle valute asiatiche, come parte degli accordi commerciali con i principali esportatori in tutto il Pacifico, così da bilanciare meglio l’import/export (una valuta più debole favorisce le esportazioni e rende più costose le importazioni).
Anche se in concreto non è stato fatto nulla ancora per arrivare a questo scopo, la sola notizia ha innescato la svalutazione del biglietto verde rispetto al Won, che da settembre scorso aveva perso circa il 13% contro la valuta statunitense.
Il cambio era arrivato a sfiorare quota 1500 a inizio aprile, subito dopo l’annuncio dei dazi americani, ma si era già mosso in discesa negli ultimi giorni dopo i segnali di de-escalation tra Cina e Stati Uniti, che aveva sostenuto le prospettive per le industrie chiave coreane e le esportazioni.
Un’altra spinta allo Won era giunta dalle misure di sostegno che il governo ha annunciato per i piccoli e medi esportatori colpiti dai nuovi dazi statunitensi.
Sul fronte interno intanto il tasso di disoccupazione è sceso al 2,7% ad aprile, ma l’occupazione manifatturiera, considerata la spina dorsale dell’economia, ha subito il calo annuale più marcato in oltre sei anni. Questo conferma i segnali di debolezza economica già evidenziati dalla Bank of Korea la scorsa settimana, in cui la maggior parte dei membri del consiglio ha suggerito la necessità di ulteriori tagli dei tassi di interesse.