Nonostante il periodo di debolezza del dollaro, la Lira turca non riesce a migliorare la propria posizione e continua a viaggiare in prossimità di nuovi minimi storici sul biglietto verde americano.
Il cambio USDTRY ha superato 36,5, costringendo ancora la banca centrale a intervenire nel mercato dei cambi per evitare una svalutazione sempre maggiore.
Settimana scorsa la Banca centrale della Turchia si è riunita in meeting, decidendo di abbassare il tasso di interesse di 250 bps, portandolo al 42,5%, il livello più basso dal dicembre 2023. Questa sforbiciata segue le due mosse simili che erano state fatte a dicembre e gennaio.
Secondo il comitato di politica monetaria, il nono calo consecutivo dell’inflazione (a febbraio 39,05% contro il 42,12% di gennaio) giustifica mosse più accomodanti, e al tempo stesso la domanda interna continuerà a supporto il processo disinflazionistico, malgrado ci siano ancora dei rischi di nuove fiammate.
La banca centrale ritiene comunque che la posizione di politica monetaria sia abbastanza restrittiva da far proseguire il calo dell’inflazione verso l’obiettivo a medio termine del 5%, ma comunque le prossime mosse verranno guidate dai dati e dalle aspettative di inflazione.
Gli analisti prevedono che il tasso diminuirà a circa il 30% entro la fine dell’anno.
Oggi intanto la produzione industriale in Turchia è cresciuta dell’1,2% su base annua, frenando rispetto al massimo di 10 mesi toccato a dicembre su quota 7,0%. È comunque il terzo mese consecutivo di aumento. Su base mensile, la produzione industriale è diminuita del 2,3%, oscillando da un picco di 21 mesi del 5,0% di guadagno a dicembre e rappresentando il primo calo in tre mesi.