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PETROLIO, Trump e stimoli USA spingono il rimbalzo dopo il tracollo della settimana scorsa

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Comincia con il piede giusto la nuova settimana: sul mercato il WTI si riavvicina a 39 dollari, mentre il Brent è tornato oltre i 40 dollari

Dopo il tracollo di venerdì scorso, il petrolio si risolleva con altrettanta veemenza.
A spingere la ripresa dei prezzi sono essenzialmente due fattori. Anzitutto le notizie più rassicuranti riguardo la salute di Trump (contagiato dal Covid), in secondo luogo le speranze di nuovi stimoli economici USA.

Sul mercato il si riavvicina così a 39 dollari, mentre il è tornato oltre i 40 dollari.

Venerdì scorso la notizia della positività del presidente USA aveva scioccato i mercati, per i possibili riflessi sulle presidenziali americane e per i timori degli effetti del Covid, in special modo quelli riguardanti nuove chiusure generalizzate. L’apparizione di Trump davanti all’ospedale dove è in cura, ha in parte smorzato queste paure (anche se ha acceso le polemiche).

Inoltre sta crescendo l’ottimismo riguardo al varo di un nuovo pacchetto di stimoli all’economia USA. Il debole rapporto sull’occupazione di settembre, rilasciato venerdì scorso, ha confermato la necessità di nuovi aiuti economici. La Speaker della Camera Nancy Pelosi ha parlato di progressi nelle trattative, mentre Trump ha esortato via Twitter: “Lavorate insieme e concludete!”.

Fattori questi che hanno dato la spinta ai prezzi di e , che stanno beneficiando anche dello sciopero dei lavoratori in Norvegia (principale produttore di petrolio dell’Europa occidentale nonché terzo esportatore mondiale dopo Arabia Saudita e Russia).
Un calo dell’offerta che bilancia la crescita legata all’incremento produttivo di Iran e Libia.

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