La brusca marcia indietro dell’euro sul mercato valutario continua a procedere, e la valuta unica scivola sui minimi di oltre 2 anni rispetto al biglietto verde americano. L’ si sta avvicinando rapidamente alla parità, come non succedeva dall’immediato post-Covid.
Gli investitori hanno ridimensionato le aspettative di tagli dei tassi da parte della BCE, a causa delle crescenti preoccupazioni sull’inflazione persistente (alimentato anche dalla crescita del petrolio, che ha superato gli 80 dollari al barile), sull’instabilità geopolitica e sulle prospettive economiche globali. In quest’ultimo aspetto rientra anche il timore che le politiche statunitensi sotto Trump possano danneggiare l’economia europea.
Al tempo stesso, l’ottimo rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti della scorsa settimana ha portato gli investitori a ridimensionare le aspettative di taglio dei tassi di interesse USA quest’anno.
Il cambio si affaccia così anche sotto 1,02, come non succedeva dalla fine del 2022. Da settembre scorso la valuta unica ha perso circa il 10% rispetto al biglietto verde americano.
Gli investitori stanno ora guardando ai verbali della riunione di dicembre della BCE e ai prossimi dati finali sull’inflazione dell’Eurozona per avere indicazioni sulle future mosse di politica monetaria.

















