Il precipitare degli eventi e soprattutto il pericoloso declino della Lira, hanno spinto la Banca centrale della Turchia ad una svolta importante di politica monetaria. La CBRT ha infatti deciso di operare un massiccio intervento restrittivo, alzando di ben 200 punti base i tassi di interesse, portando così il costo del denaro al 10,25%.
Un cambio di rotta era nell’aria da un po’ di tempo. Qualcosa si era capito visti i tre meeting consecutivi in cui la banca centrale turca aveva lasciato i tassi d’interesse invariati all’8,25%, dopo una serie impressionante di tagli cominciata nel luglio 2019 (per soddisfare la volontà di Erdogan). All’epoca il costo del denaro era al 24%.
Per motivare il cambio di rotta, la CBRT ha parlato di rialzi dell’inflazione superiori alle previsioni.
Negli ultimi giorni la situazione si era surriscaldata parecchio, specie per il cambio . Dopo che Moody’s Investors Service ha abbassato il rating del credito sovrano della Turchia a “B2” da “B1”, la pressione sulla Lira è aumentata.
Nelle ultime sedute il valore della moneta nazionale è precipitato, anche per via del contemporaneo rafforzamento del dollaro.
Dopo l’intervento della CBRT, la Lira è balzata di oltre l’1% sul dollaro americano, dopo che il cambio aveva toccato un nuovo massimo storico di 7,7.
La lira ha perso oltre il 20% contro il biglietto verde quest’anno a causa delle preoccupazioni per l’esaurimento delle riserve di valuta estera, pressioni inflazionistiche, un considerevole deficit delle partite correnti e tensioni tra Ankara e Atene sui confini offshore.