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PETROLIO, settimana negativa per Brent e WTI sui timori di eccesso di offerta

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Intanto l’OPEC+ ha rinviato al 5 dicembre la riunione per decidere se rinviare il ripristino delle forniture

La tensione in Medio Oriente e le mosse dell’OPEC+ hanno caratterizzato la settimana del petrolio, che chiuderà con un calo sostanzioso dei prezzi di e (circa il 3%).

Giovedì è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano, che ha ridotto i timori riguardo alle forniture di greggio, spingendo così  prezzi al ribasso.
Va detto però che neppure 24 ore dopo sono partite accuse reciproche di violazione dell’intesa, riportando un po’ di tensione sul mercato del petrolio. Tensione alimentata dal presidente russo Putin, che minaccia un nuovo attacco contro l’Ucraina utilizzando un missile balistico con capacità nucleare.


Sul mercato incide anche la decisione dell’OPEC+ di rinviare la riunione sui piani di produzione. La riunione è stata riprogrammata per iel 5 dicembre, quando il cartello discuterà se procedere con il ripristino delle forniture (iniziando con un incremento giornaliero di 180.000 barili) o estendere i tagli alla produzione fino al 2025, per evitare un eccesso di offerta sui mercati globali. Ufficialmente l’Opec+ ha rinviato la riunione per evitare conflitti con il 45esimo vertice degli Stati del Golfo, che si terrà il 1° dicembre in Kuwait.
Il mercato ritiene probabile che il cartello dei produttori deciderà di rinviare ancora una volta il ripristino delle forniture, a causa dei segnali di un eccesso di offerta.


Al momento il è scambiato a circa 72 dollari al barile mentre il a 68,3 dollari al barile, entrambi in calo.

Il mercato petrolifero risente della debole crescita della domanda di carburante da parte dei principali consumatori (Cina su tutti).
A tal proposito va sottolineato che sulla discesa del prezzo ha inciso anche l’inaspettato aumento delle scorte di benzina statunitensi, salite di 3,3 milioni di barili la scorsa settimana, molto di più rispetto all’aumento previsto di 0,2 milioni di barili. Tuttavia, le scorte di petrolio greggio statunitense sono diminuite di 1,8 milioni di barili, superando le aspettative (1,1 milioni di barili).

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