Giornata molto difficile per il peso messicano che perde oltre un punto e mezzo percentuale rispetto al biglietto verde statunitense, dopo l’annuncio di Donald Trump sui dazi che intende applicare da gennaio.
Il neoeletto presidente statunitense, tramite un annuncio fatto sul suo social network Truth, ha detto che il 20 gennaio prossimo, quando entrerà ufficialmente in carica, firmerà un ordine esecutivo riguardante i dazi su tutte le merci in arrivo da Messico, Canada e Cina.
Nei confronti dei due paesi vicini – con i quali verrebbe quindi a cadere l’accordo regionale di libero scambio attualmente in vigore – le tariffe dovrebbero essere del 25%. Trump ha affermato che questi dazi rimarranno in vigore “fin quando droga e migranti e migranti non smetteranno di passare oltre il confine“.
Questa prospettiva è estremamente negativa per il Messico, principale partner commerciale degli Stati Uniti, ed è per questo che il peso messicano ha subito accusato il colpo sul mercato valutario. Il cambio USDMXN è schizzato oltre 20,5, avvicinandosi al livello più basso da luglio 2022, registrato il 12 novembre.
Quest’anno il peso è sceso di circa il 20% e il deprezzamento ha subito un’accelerazione dopo l’elezione di Trump, spinto da un dollaro più forte e dai dubbi sulla capacità della Federal Reserve di continuare a tagliare i tassi di interesse, in un contesto di politiche potenzialmente inflazionistiche di Trump.
La valuta del paese centroamericano non è riuscita a trovare sostegno neanche nella prospettiva di un graduale taglio dei tassi di interesse da parte della Banxico, dopo i recenti dati su crescita e inflazione. Il PIL messicano è salito del 1,1% nel terzo trimestre dell’anno mentre l’inflazione è scesa al 4,56% a novembre, toccando il livello minimo degli ultimi otto mesi.