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La prudenza della FED frena i listini. A Milano il FTSE Mib segna -1,12%

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Tim chiude in ribasso del 2,8%, l'Antitrust Ue potrebbe opporsi alla creazione di una società unica per la rete a banda larga

La blanda riunione della FED, che mostra grande prudenza sui tempi della ripresa ma non aggiunge altro a quanto già sta facendo, finisce per non accendere le borse europee, che chiudono in territorio negativo colpiti soprattutto dalle vendite su banche e high-tech. A risollevare un bilancio magro c’è solo il rialzo del petrolio, che spinge i titoli del settore.

A fine giornata il registra un calo dell’1,12% archiviando la giornata a 19.739,73 punti.

Avanza di buona lena il comparto chimico (+4,50%), bene anche l’immobiliare (+1,45%). I peggiori del listino sono invece i settori tecnologia (-2,59%), utility (-1,99%) e bancario (-1,23%).
Tra le singole azioni si distinguono Pirelli, in progresso del 2,41%, e i titoli più difensivi delle utiliy come A2A, che mostra un rialzo del 2,39%.

Il caso del giorno è Tim, che chiude in ribasso del 2,8% – dopo aver toccato -7% in avvio – a causa di indiscrezioni sull’Antitrust Ue che potrebbe opporsi alla creazione di una società unica per la rete a banda larga controllata da Tim. Cede posizioni anche Enel (-2,6%), altra protagonista della partita della fibra.

Nel resto d’Europa si muove sotto la parità il di Francoforte, in flessione dello 0,36%. Calano anche Madrid, -0,35,% e Parigi, in flessione dello 0,69%. Debole Londra, che registra una flessione dello 0,47%.
Anche a Wall Street si respira un clima pesante, e al suono della campanella sono tutti segni rossi. Lo segna -0,84%, il perde 0.47%, mentre il scivola a -1,27%.

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