La banca centrale della Russia ha effettuato una nuova stretta, lasciando anche la porta aperta per un altro aumento a ottobre. Questo è l’esito del meeting di politica monetaria svolto oggi dalla CBR.
L’istituto centrale ha aumentato il tasso di riferimento di 100 punti base, portandolo al 19% a causa dell’elevata inflazione (che si è attestata al 9,1% ad agosto), che dovrebbe superare la previsione del 2024 del 6,5-7,0%. La domanda sta crescendo più rapidamente dell’offerta, mettendo pressione sui prezzi e ostacolando i tentativi della CBR di riportarli verso l’obiettivo del 4,0-4,5% entro il 2025. I politici hanno inoltre rivisto al rialzo le previsioni di inflazione per la Russia al 6,5%-7% per l’anno.
L’impennata dell’inflazione è in gran parte attribuita alla tensione economica derivante dall’aumento della spesa militare, che ha fatto salire i salari e ha superato la capacità dell’economia di fornire beni e servizi.
Il governatore della Banca centrale Elvira Nabiullina ha recentemente messo in guardia sul rischio di stagflazione, in un contesto di inflazione persistente e rallentamento della crescita nel paese.
Sul fronte monetario, la stretta della CBR non è riuscita a dare sollievo al rublo russo, che perde ancora quota rispetto a dollaro. Il cambio USDRUB è salito oltre 91, avvicinandosi ai nuovi minimi di quattro mesi e tagliando nuovamente al rialzo la Ema200, che manifesta la tendenza di lungo periodo.