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DOLLARO poco mosso in avvio di settimana. Occhi puntati sul discorso di Powell

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Giovedì il presidente della Federal Reserve terrà un discorso al simposio economico annuale di Jackson Hole

Si muove poco il dollaro in questo avvio di settimana, e comunque il biglietto verde riesce a tenersi oltre i minimi di due anni contro l’euro. Il calo prolungato dell’USD sembra essersi arrestato, anche se è presto per dire se si tratta solo di una pausa oppure del preludio a una vera e propria inversione (che allo stato attuale sembra però molto difficile).

Il si muove attorno al livello di 93, dopo il capitombolo avvenuto durante il periodo marzo-agosto: dal massimo di 103 punti si è giunti fino al recente minimo da maggio 2018 sotto i 93.
Invece il cambio con l’euro () avanza leggermente oscillando attorno alla soglia di 1,180. Siamo quindi ancora molto lontani dal massimo di 1,1965 toccato venerdì scorso.

L’attenzione degli investitori è adesso concentrata sul discorso che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, terrà giovedì al simposio economico annuale di Jackson Hole.
Powell parlerà della revisione del quadro politico della banca centrale degli Stati Uniti. Secondo molti analisti sarà proprio questo appuntamento il prossimo motore della coppia . Infatti Powell potrebbe sciogliere il dubbio se la banca centrale degli Stati Uniti sposterà il suo obiettivo di inflazione, consentendole di salire più in alto rispetto al passato.

Ma in settimana sono attesi anche importanti dati macroeconomici negli Stati Uniti, che mostreranno lo stato della più grande economia mondiale. La stima finale del PIL statunitense per il secondo trimestre di quest’anno è prevista per giovedì.

Va detto che secondo molti analisti (tra cui quelli di Glodman Sachs) il biglietto verde, che rimane ancora del 6% al di sopra della sua media a lungo termine, resta sopravvalutato.
Ma ci sono diversi fattori che potrebbero cambiare gli scenari in corsa. Anzitutto l’evoluzione della pandemia COVID-19, in secondo luogo la politica della Fed, e in terzo luogo l’ambiente politico negli Stati Uniti, avvolto nell’incertezza in vista del prossimo appuntamento con le presidenziali.

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