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Dollaro, la settimana comincia male. USDCHF sui minimi di 5 anni

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La valuta americana è stata sotto pressione alla fine di marzo, quando la Fed ha promesso liquidità illimitata per sostenere l'economia

Giornata fiacca per il dollaro, che scivola ad inizio settimana contro tutti i suoi principali rivali. Pesano le preoccupazioni legate alla diffusione del coronavirus nel Paese, che ha superato i 5,4 milioni di contagi, mentre il bilancio delle vittime ha superato i 170.000.
Sull’umore dei mercati si sente però anche il clima gelido con la Cina, dopo che i colloqui programmati per sabato scorso sono stati rimandati a data da definire.

Le relazioni tra Washington e Pechino si sono inasprite ulteriormente dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha pubblicato un tweet velenoso: “Huawei ci spia”. Gli Stati Uniti hanno annunciato di voler inasprire le sanzioni contro il gigante cinese delle telecomunicazioni, estendendole a 38 delle sue filiali, al fine di limitare il loro accesso alla tecnologia americana.

La ritirata dei rendimenti del Tesoro, il cui aumento aveva contribuito a rilanciare l’USD, ha avuto adesso l’effetto opposto, riportandolo sotto pressione.
A tutto questo si aggiunge il fattore politico, visto che i legislatori statunitensi non hanno raggiunto l’accordo su un nuovo pacchetto di stimoli a sostegno dell’economia, e adesso sono tutti in vacanza.

Il scende intorno a 92,80, avvicinandosi sui minimi di due anni.
Il cambio è risalito oltre 1,185 mentre l’ scende per il quarto giorno consecutivo, aggirandosi verso i minimi dal 2015.

La valuta americana è stata sotto pressione alla fine di marzo, quando la Fed ha promesso liquidità illimitata per sostenere l’economia colpita dal coronavirus. Da allora, il biglietto verde si è deprezzato a causa dei bassi tassi di interesse e del calo dei rendimenti del Tesoro a 10 anni ai minimi storici.

L’attenzione degli investitori è adesso rivolta ai verbali del FOMC in uscita il 19 agosto e ai dati PMI di Markit. Tuttavia è improbabile che il dollaro si riprenda presto, a causa di una serie di fattori negativi. Va evidenziato però che gli “short” sul dollaro hanno raggiunto i massimi di nove anni secondo l’ultimo rapporto COT, il che significa un eccessivo “affollamento” sulle posizioni al ribasso.

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