L’esito a sorpresa delle elezioni in Francia fatica ad essere metabolizzato dai mercati, che si aspettavano una vittoria della destra ma senza maggioranza assoluta. Invece ha vinto l’alleanza di sinistra, ma nonostante questo la situazione sarà di fragilissimo (e difficile) equilibrio.
La Francia si trova ora ad affrontare trattative per formare un governo, che dovrà per forza contare anche sui voti (almeno parte) dei centristi di Macron. Si teme che il nuovo esecutivo possa aumentare la spesa pubblica, mettendo ulteriormente a dura prova le finanze del paese.
In questo scenario di possibile stallo politico e di difficile governabilità (un appuntamento molto delicato sarà la legge di bilancio in autunno), l’euro è rimasto stabile a 1,084 dollari (), dopo essere sceso a 1,08 ad inizio giornata.
Tuttavia la tendenza a breve resta in salita, soprattutto dopo il superamento delle Ema50 e Ema200. A breve potrebbe concretizzarsi la “croce d’oro”, che manderebbe un messaggio rialzista al mercato.
Nei prossimi giorni sono attesi i dati sull’inflazione di Stati Uniti e Germania, che saranno cruciali nel plasmare le aspettative per i futuri tagli dei tassi di interesse da parte di FED e BCE.
I recenti dati economici statunitensi hanno rafforzato le speranze per un taglio a settembre (i mercati ora vedono una probabilità del 76% circa), mentre i tempi per i tagli della Banca Centrale Europea rimangono incerti.
