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CRIPTOVALUTE e BITCOIN, che succede? Crollo improvviso dopo il record

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Probabilmente il principale motivo di questo scivolone è lo spavento innescato da due giornate consecutive di outflow dagli ETF Bitcoin negli Stati Uniti

Avevamo detto che bisognava essere cauti sulle prospettive di Bitcoin e del settore crypto in generale. Chi ha seguito il consiglio scegliendo di esser prudente, avrà fatto bene.
Dopo un lungo rally infatti il mercato ha vissuto giorni di profondo rosso, col prezzo del che è scivolato brevemente anche al di sotto della soglia dei 61.000 dollari, dopo che appena pochi giorni fa era giunto al nuovo massimo record vicino ai 74mila dollari.

E’ chiaro che questo improvviso sell-off non cancella il dato di fatto che ha corso del 124% nell’ultimo anno, e soprattutto dopo l’ultimo sprint era lecito attendersi una correzione più o meno forte (del resto la storia dell’intero settore crypto ci ha sempre abituati così).

Probabilmente il motivo è lo spavento innescato da due giornate consecutive di outflow dagli ETF Bitcoin negli Stati Uniti. Il Grayscale Bitcoin Trust (GBTC) ha registrato deflussi per 643 milioni di dollari. Ma anche altri fondi ETF sono diminuiti. Dati che hanno innescato il timore che la bolla degli ETF spot fosse sul punto di esplodere.

Ma c’è anche dell’altro, perché il calo del prezzo del si giustifica anche con le aspettative sui tagli dei tassi di interesse negli Stati Uniti, che negli ultimi tempi sono progressivamente slittati in avanti. A inizio anno si parlava di marzo, poi è diventato più probabile aprile, poi siamo arrivati a giugno (visti gli ultimi dati sull’inflazione inaspettatamente più alti del previsto).
Dal momento che mercoledì sera saranno annunciate le decisioni della Federal Reserve sui tassi, e soprattutto si avranno delle indicazioni più chiare sul programma di tagli che verrà, il mercato ha rpeferito la via della prudenza.

Insomma la settimana si preannunciava come agitata, visti i dati macro e i tanti incontri delle principali banche centrali. Peraltro era abbastanza chiaro che il mercato stava già prezzando anche l’imminente halving, in programma tra poche settimane. L’aver giocato di anticipo ha probabilmente spinto fin troppo il prezzo, e di conseguenza ha anche alimentato l’entità di una fisiologica correzione.
Bisogna vedere se tutto questo porterà il verso un consolidamento oltre i 60mila dollari, oppure metterà a rischio anche questa soglia.
 

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