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Inflazione nella Eurozona scende meno del previsto. EURUSD resta oltre 1,08

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Il fatto che l’inflazione non sia scesa quanto ci si aspettava, rafforza le possibilità che i funzionari della BCE si pronunceranno contro una corsa ad abbassare i tassi di interesse

L’inflazione in Europa si attenua meno del previsto, fornendo una sponda ai “falchi” della BCE e dando modo all’euro di recuperare un po’ di terreno sul dollaro.

I prezzi al consumo nella Eurozona sono aumentati del 2,6% su base annua a febbraio (rispetto al 2,8% del mese precedente), segnando l’aumento più piccolo in tre mesi ma superando comunque l’aumento previsto del 2,5%.
Anche il tasso core, che esclude i prezzi alimentari ed energetici, è sceso al 3,1%, raggiungendo il punto più basso da marzo 2022 ma rimanendo al di sopra delle previsioni del 2,9%. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,6% a febbraio, dopo un calo dello 0,4% a gennaio.

Il fatto che l’inflazione non sia scesa quanto ci si aspettava, rafforza le possibilità che i funzionari della BCE si pronunceranno contro una corsa ad abbassare i tassi di interesse. La banca centrale rimarrà cauta quindi nell’allentare la politica monetaria. Gli investitori ora scommettono che la BCE inizierà a tagliare i tassi di interesse solo a giugno, rinunciando alla riunione di aprile.

L’euro così torna a oscillare intorno a 1,08 dollari, continuano quel movimento di rirpesa che è iniziato a metà febbraio, dopo che il cambio aveva toccato a 1,070 il minimo di tre mesi.

Settimana prossima la BCE si riunirà in meeting e lascerà invariati i tassi di interesse, ma gli investitori si concentreranno su eventuali indicazioni riguardo alla tempistica dei tagli dei tassi di interesse e sulle nuove previsioni economiche.

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