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PETROLIO, altra settimana positiva. Brent e WTI sui massimi da novembre

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Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e gli sforzi dell’OPEC+ per limitare l’offerta hanno fornito sostegno ai prezzi del barile

Per la seconda volta consecutiva il petrolio ha chiuso in rialzo, arrivando a toccare i massimi dal mese di novembre. Il greggio è in orbita 79 dollari al barile, il viaggia sugli 83 dollari per barile.

Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e gli sforzi dell’OPEC+ per limitare l’offerta hanno fornito sostegno ai prezzi del petrolio.
Un’ulteriore spinta è arrivata dai dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti più deboli del previsto, che hanno innescato una svendita del dollaro (inversamente correlato al prezzo del greggio).

Tuttavia, l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha avvertito nel suo rapporto mensile che la domanda globale di petrolio sta perdendo slancio, citando un calo significativo della domanda cinese. L’AIE prevede una domanda globale per il 2024 a 1,22 milioni di barili al giorno, rispetto alla precedente stima di 1,24 milioni di barili (anche se l’OPEC+ la vede diversamente). Questo ha impedito al prezzo di e di macinare ancora più guadagni.

Un altro fattore frenante è stato l’aumento significativo delle scorte di greggio statunitense di 12 milioni di barili a 439,5 milioni di barili, superando le aspettative degli analisti di un aumento di 2,6 milioni di barili.

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