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L’inflazione USA gela i mercati: è più alta del previsto e il dollaro si rialza

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Si allontana ulteriormente la possibilità che la banca centrale USA tagli i tassi già a marzo

L’ultimo report sull’inflazione negli Stati Uniti dà una picconata forte alle speranze di vedere un taglio dei tassi di interesse già a marzo.
Secondo i dati rilasciati oggi, a dicembre il tasso di inflazione annuale è salito al 3,4% rispetto al minimo di cinque mesi del 3,1% toccato a novembre. Il dato è superiore alle previsioni di mercato del 3,2%, poiché i prezzi dell’energia sono scesi a un ritmo più lento.


Il tasso annuo di inflazione core (che esclude voci volatili come cibo ed energia) è sceso al 3,9%, livello minimo di 2 anni e mezzo. Segna così un calo rispetto al 4% del periodo precedente, ma anche in questo caso è superiore alle aspettative del 3,8%.
Rispetto a novembre, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3%, il massimo in tre mesi e superiore alle previsioni dello 0,2%.

Intanto è stato reso noto anche che il numero di americani che hanno presentato domanda di sussidio di disoccupazione è sceso di 1.000 unità rispetto al valore rivisto al rialzo della settimana precedente, arrivando a 202.000 nel periodo terminato il 6 gennaio, ben al di sotto delle aspettative del mercato di 210.000.


Dopo il report sull’inflazione e quello sul mercato del lavoro testo, il si è ripreso dalle perdite iniziali, salendo oltre 102,5. Questo perché si riducono le probabilità che la FED possa tagliare i tassi già a marzo.
Anche il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni si riporta sopra il 4%, mantenendosi vicino al livello più alto in quasi un mese.

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