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Svizzera, la divergenza BNS-FED spinge il cambio USDCHF oltre 0,91

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Settimana scorsa la BNS ha lasciato il tasso di riferimento all’1,75%, interrompendo il ciclo di rialzi per la prima volta da marzo 2022

Le politiche monetarie divergenti tra la banca centrale svizzera e la Federal Reserve, stanno indebolendo sempre di più la valuta elvetica. Il cambio USDCHF schizza infatti oltre 0,91, il livello più alto dalla fine di novembre 2022.

Settimana scorsa la BNS ha mantenuto invariato il tasso di riferimento all’1,75%, interrompendo inaspettatamente il ciclo di rialzi per la prima volta da marzo 2022. Il Consiglio direttivo ha osservato che l’inasprimento della banca ha già smorzato la domanda e frenato la crescita e l’inflazione, spingendo l’economia svizzera Pil stagnante nel secondo trimestre.
Inoltre, le previsioni di inflazione dovrebbero rimanere al di sotto del 2,2% per tutto il prossimo anno e stabilizzarsi al di sotto del 2% nel 2025.

La Federal Reserve invece continua a manifestare l’intenzione di prolungare la politica aggressiva.

Questo spiega il crollo della valuta elvetica, che appena un paio di mesi fa era in una posizione completamente diversa, avendo raggiunto il massimo dal 2015.

Adesso invece il cambio USDCHF si trova oltre 0,91 e i timori che un franco più debole possano esacerbare l’inflazione hanno spinto la BNS a intervenire nel mercato valutario e a ridurre le riserve valutarie ai minimi di 5 anni in agosto.

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