Sono notizie interlocutorie quelle che arrivano dagli USA, dove l’inflazione è tornata a crescere (per il secondo mese consecutivo) poco sopra il previsto.
Questa accelerazione comunque non dovrebbe cambiare i piani della FED, che settimana prossima dovrebbe prendersi una pausa nel ciclo di strette.
Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è salito al 3,7% in agosto, rispetto al 3,2% e oltre le previsioni di mercato del 3,6%. Anche il tasso core mensile, che esclude alimentari ed energia, è salito oltre il previsto: 0,3% contro le attese di 0,2%.
Tuttavia su base annua il tasso di inflazione core è rallentato per il quinto mese al 4,3%, in linea con le aspettative del mercato. E’ il livello più basso da settembre 2021.
Questi numeri lasciano dunque invariate le attese per le prossime mosse della banca centrale statunitense, anche se rimettono in ballo quello che accadrà nei mesi venturi.
Il , dopo una fiammata fino a sfiorare quota 105, è poi tornato verso 104,6. Poco mossa anche il cambio rispetto all’euro ( a 1,07), anche perché gli investitori sono adesso concentrati sulle mosse che la BCE annuncerà nel meeting di domani.
