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L’inflazione alimenta i dubbi della BCE. EURUSD torna sotto 1,09

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Il dato preliminare di Eurostat comunica che l’inflazione generale è rimasta ferma al 5,3% del mese precedente, mentre i mercati si aspettavano una discesa al 5,1%

L’atteso report sull’inflazione nella UE non dissolve, ed anzi aumenta, le incertezze riguardo alle prossime mosse della BCE.
Finisce così in fretta la ripresa dell’euro, che dopo aver raggiunto i massimi di due settimane nella giornata di mercoledì, fa nuovamente marcia indietro rispetto al dollaro ( sotto 1,09).

Il dato preliminare di Eurostat comunica che l’inflazione generale è rimasta ferma al 5,3% del mese precedente, mentre i mercati si aspettavano una discesa al 5,1%.
Ad agosto l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,6%, più delle aspettative dello 0,4%. L’unico segnale confortante arriva dal dato core, depurato cioè delle componenti più volatili, che scende al 5,3% (contro il 5,5% precedente) e torna ad essere almeno pari al dato generale.

Questi dati contrastanti non offrono alcuna sponda sicura riguardo alle prossime mosse della BCE, che si riunirà tra un paio di settimane. Peraltro i verbali dell’ultimo meeting (resi noti oggi) fanno intendere che gli stessi membri sono divisi tra chi vorrebbe un ulteriore aumento dei tassi e chi invece ritiene che le previsioni di settembre della Bce rivedranno il percorso inflazionistico sufficientemente verso il basso, al 2%..

Sui mercati l’euro ha imboccato la via del ribasso. Il cambio è sceso nuovamente sotto la soglia di 1,09 dollari.
Adesso gli investitori aspettano i dati USA (soprattutto il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti di venerdì) per capire le prossime mosse della FED. Oggi intanto l’indice dei prezzi PCE è aumentato dello 0,2% su base mensile, rispecchiando il ritmo osservato a giugno e allineandosi con le aspettative del mercato.

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