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ETF, il lavoro remoto trascina il cloud computing. Occhio allo SKYY

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La necessità di tenere le distanze ha incrementato il ricorso delle aziende ai servizi di cloud computing

La diffusione della pandemia va di male in peggio, soprattutto negli USA, dove il numero di contagi continua a crescere. Ma in generale il mondo intero sta facendo molta fatica a contenere l’avanzata del virus, e si susseguono misure sempre più restrittive volte a ridurre gli spostamenti.
Tutto questo incide ovviamente anche sulle normali dinamiche del lavoro, e di conseguenza il cloud computing sta emergendo come tecnologia chiave per combattere la battaglia contro il coronavirus.
Sotto questo aspetto, gli ETF a tema come il , potrebbero essere molto interessanti.

I numeri recenti del cloud computing

Il cloud computing e i servizi di archiviazione non sono mai stati così sollecitati come in questo periodo, al punto che Apurva Joshi, vicepresidente del prodotto di Digital Ocean, li ha definiti come gli “eroi sconosciuti del passaggio a una forza lavoro remota”.
Microsoft Teams ha attualmente oltre 44 milioni di utenti al giorno, lo strumento di videoconferenza aziendale di Google – Hangouts Meet – ha avuto un aumento del 60% nell’utilizzo negli ultimi due mesi. Cisco (CSCO – Free Report) ha visto il numero di verbali delle riunioni più che raddoppiato sulla sua piattaforma di videoconferenza, Webex, a marzo rispetto a febbraio. E questi sono solo alcuni casi.

Le prospettive dello SKYY

Di fronte a prospettive così interessanti, al di là degli alti e bassi tipici di questa fase dei mercati, bisogna tenere d’occhio il , che segue l’indice azionario ISE CTA Cloud Computing Index.
Questo indice è progettato per seguire le performance di società che operano nel settore del cloud computing. Il fondo detiene circa 62 titoli nel proprio paniere con Alphabet, la società madre Amazon, Microsoft, Oracle e Goole, che detengono le prime quattro posizioni.

Dopo essere giunto ai massimi di sempre a fine gennaio, arrivando a lambire i 70$, lo SKYY è stato coinvolto anch’esso nel crollo del mercato azionario durante il mese di febbraio. Dalla metà di marzo ha avuto una ripresa (fonte grafica broker ).

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Il livello da tenere d’occhio è quello tra 50-55$, dove già in passato la quotazione del hanno avuto una certa tensione, ed anche di recente l’ultimo impulso ribassista – cominciato a inizio aprile – è partito proprio dopo aver fallito l’assalto a quella quota.

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