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ORO indebolito dalle banche centrali. La soglia dei 1900 è a rischio

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La retorica aggressiva di FED e BCE pesa sulla quotazione del metallo prezioso

La prospettiva di banche centrali ancora aggressive e la ritrovata verve del dollaro USD stanno impedendo all’oro di trovare nuovo slancio.
Il prezzo del metallo prezioso rimane così vicino ai minimi di tre mesi (toccato il 28 giugno), poco oltre la soglia dei 1900 dollari l’oncia.

La persistente retorica da falco da parte della Federal Reserve ha limitato l’attività sull’, che non produce rendimento e quindi è penalizzato dai tassi di interesse alti.


I principali indicatori di prezzo PCE, attentamente monitorati dalla Federal Reserve, hanno rafforzato la tesi della banca centrale per un aumento del tasso di 25 punti base nella prossima riunione di luglio. Il presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato che ci vorrà del tempo per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% e ha accennato ad altri due aumenti dei tassi quest’anno.

Nel frattempo, altre importanti banche centrali, tra cui la BCE e la Banca d’Inghilterra hanno ulteriormente inasprito la loro politica a giugno, evidenziando la volontà di continuare ad alzare i tassi per combattere l’inflazione.


Oltre a questo, la quotazione dell’ è penalizzata dal rinnovato interesse nei confronti del dollaro americano, inversamente correlato dal prezzo del metallo prezioso.
Per le prospettive dell’oro diventa cruciale il mantenimento della soglia di 1,900 $, perché in caso contrario si aprirebbero scenari ulteriormente ribassisti.

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