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Dollaro ancora di corsa, stavolta a spingerlo è la FED

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Calano i timori sulla crisi del debito, ma torna d’attualità il tema sui futuri rialzi dei tassi di interesse

Nonostante l’ottimismo sull’accordo sul tetto del debito e il clima di maggior propensione al rischio, il dollaro USD continua a salire.
Probabilmente lo slancio del biglietto verde arriva dalla rinnovata incertezza sulle mosse della FED. I mercati non sono infatti più propensi a immaginare un taglio dei tassi prima che finisca il 2023.

Nei giorni scorsi il biglietto verde era stato spinto dai timori di default USA, che aveva alimentato la corsa ai beni rifugio.
Giovedì però il presidente della Camera Kevin McCarthy ha ridato ottimismo, affermando che la Camera potrebbe votare sull’accordo sul tetto del debito già la prossima settimana.


Ma a dare comunque sostegno al biglietto verde è la FED. La possibilità di un altro aumento dei tassi è tornata di nuovo sul tavolo dopo che il presidente della Fed di Dallas Lorie Logan ha affermato che gli ultimi dati non giustificano ancora una pausa nel ciclo di strette.

L’indice della divisa Usa è salito del 2% da metà aprile, pur restando in calo del 10% rispetto al massimo ventennale toccato a settembre scorso.

Intanto i dati macro di giornata offrono una lettura in chiaroscuro: sono calate le nuove richieste dei sussidi di disoccupazione, -22.000, a 242.000, contro stime per 250.000; l’indice manifatturiero della Fed di Philadelphia è rimasto invece negativo per il nono mese di seguito, pur salendo a -10,4 punti, un dato migliore delle stime.
In questo contesto l’euro arretra dello 0,6% contro dollaro e cambia a 1,077.

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