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USA, l’inflazione in frenata toglie pressione alla FED. Il Dollaro scende

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Il tasso di inflazione annuo è stato del 4,9%, il più basso da due anni esatti, dopo aver registrato il 5% a marzo

Gli sforzi fatti finora dalla Federal Reserve stanno producendo i frutti sperati. L’inflazione degli Stati Uniti infatti ha rallentato durante il mese di aprile, contrariamente alle previsioni che immaginavano una conferma del livello di marzo.

Il tasso di inflazione annuo è stato del 4,9%, il più basso da due anni esatti, dopo aver registrato il 5% a marzo. Proprio il 5% era il dato che si aspettavano gli economisti.
La frenata si ravvisa soprattutto nei prezzi degli alimentari (7,7% vs 8,5% a marzo, si tratta del minimo di 15 mesi) e nei costi energetici (-5,1% vs -6,4%), in particolare benzina (-12,2%) e olio combustibile (-20,2%).
Rispetto al mese precedente, il CPI è salito dello 0,4%, molto più dello 0,1% di marzo, ma in linea con le aspettative del mercato.

Il tasso di inflazione core, che esclude voci volatili come cibo ed energia, è sceso al 5,5%, come da previsioni, rispetto al 5,6% del mese precedente. Su base mensile, i prezzi al consumo core sono aumentati dello 0,4% rispetto a marzo, in linea con le aspettative del mercato.

Il report sull’inflazione ha ridato slancio alle aspettative che la Fed sospenderà gli aumenti dei tassi a giugno.
Per questo motivo il dollaro ha accusato un lieve calo. Il Dollar Index è sceso a 101,3, avvicinandosi di nuovo a livelli mai visti in quasi un anno. Il cambio EURUSD invece rimane in orbita 1,10.

Il dollaro è sotto pressione anche per via dei negoziati in corso sul tetto del debito degli Stati Uniti, dopo che un incontro tra il presidente Joe Biden e i leader del Congresso nella tarda serata di martedì ha prodotto pochi progressi.
Intanto il rendimento dei Treasuries a 10 anni è sceso al di sotto del 3,5%.

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