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Eurozona, l’inflazione non molla. EURUSD in calo

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La corsa dei prezzi a febbraio è scesa leggermente all’8,5%, ma non ha rallentato quanto si aspettavano i mercati (8,2%)

Giornata intensa per l’Eurozona, che ha conosciuto oggi i dati sull’inflazione. Nell’area la corsa dei prezzi a febbraio è scesa leggermente all’8,5%, il minimo dallo scorso maggio, ma non ha rallentato quanto si aspettavano i mercati (8,2%).
Nel frattempo, l’indice core, che esclude gli elementi più volatili come energia e cibo, è salito a un nuovo massimo storico del 5,6% a febbraio.

Questo invia un chiaro segnale che la pressione inflazionistica è rimasta elevata, e di conseguenza si rafforzano le aspettative che la Banca centrale europea rimarrà aggressiva più a lungo.

Dalle minute dell’ultima riunione di politica monetaria, emerge inoltre che i responsabili delle politiche della Banca centrale europea hanno concordato sulla necessità di un inasprimento della politica per continuare a combattere l’inflazione.
Tuttavia, c’era discordanza di vedute sulla comunicazione all’esterno, perché i tassi stanno raggiungendo un livello che richiede massima cautela per evitare passi troppo bruschi, a tutto danno della crescita economica (ossia innescare la recessione).

Va anche detto però, che la BCE riteneva che lo slancio a breve termine dell’inflazione core avesse iniziato a diminuire leggermente. Cosa smentita dagli ultimi dati macro.


I mercati hanno completamente scontato un aumento di 50 punti base questo mese, con la possibilità che un aumento simile venga effettuato a maggio.
Per questo motivo l’ si è indebolito a 1,06 giovedì, dopo aver guadagnato lo 0,8% nella sessione precedente (il più grande guadagno in un mese). Dal canto suo il dollaro si è rafforzato a causa delle osservazioni aggressive dei funzionari della Fed Raphael Bostic e Neel Kashkari.

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