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PETROLIO, giorni blandi tra preoccupazioni cinesi e scorte Usa in aumento

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All’inizio di questa settimana, l’OPEC+ ha raccomandato di mantenere stabile la produzione, citando l’incertezza sull’impatto della riapertura economica della Cina e le ultime sanzioni sull’offerta russa

Ha viaggiato a fari spenti il petrolio negli ultimi giorni. Il si mantiene tra 82-84 dollari, mentre il ha oscillato tra 75-78.

I prezzi del barile si avviavano così a confermare la loro fiacchezza, dopo il primo calo settimanale del 2023 avvenuto settimana scorsa.

Il prezzo del barile paga le persistenti incertezze sulla ripresa della domanda cinese. L’ottimismo che c’era fino a poco tempo fa si è affievolito, poiché i tempi e il grado della ripresa economica del paese rimangono molto incerti, anche se gli analisti rimangono fiduciosi.


Un altro fattore ribassista è il livello delle scorte statunitensi, che continua a salire. Gli ultimi dati hanno anche mostrato gli stock sono aumentati per la sesta settimana, e molto più del previsto.
Inoltre, le robuste esportazioni di greggio russo, in un contesto di forte domanda dall’Asia, e i crescenti timori di un rallentamento dell’economia globale si aggiungono al quadro ribassista per il e il .


All’inizio di questa settimana, l’OPEC+ ha raccomandato di mantenere stabile la produzione, citando l’incertezza sull’impatto della riapertura economica della Cina e le ultime sanzioni sull’offerta russa. Intanto un sondaggio di Bloomberg ha evidenziato che la produzione di greggio dei membri dell’OPEC è diminuita di 60mila barili al giorno a gennaio, poiché la minore produzione dall’Arabia Saudita e dalla Libia ha superato i guadagni di altri produttori del cartello.

Guardando al futuro, gli investitori attendono che gli stati dell’UE definiscano un tetto massimo per le nazioni del G7 da implementare sui servizi di esportazione del diesel russo e di altri distillati da implementare la prossima settimana.

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