Il Rublo spinge forte sui mercati valutari, e aggiorna nuovi massimi sia contro l’euro che contro il dollaro.
A differenza delle altre valute emergenti, quella moscovita ha reagito meglio all’escalation delle tensioni tra Iran e Stati Uniti dei giorni scorsi, grazie a un significativo aumento dei prezzi del petrolio.
Ma un peso l’ha avuto anche l’aumento dell’oro (vedremo perché), mentre il più recente clima più incoraggiante dal fronte Usa-Iran, ha fatto bene a tutte le valute rifugio (rublo incluso).
UsdRub verso quota 60
Gli eventi si sono quindi incastrati nel modo migliore per il Rublo, che si è mosso verso livelli che non si vedevano da aprile 2018 contro il dollaro (UsdRub) a quota 60,9.
Come vediamo sulla piattaforma adesso la coppia e si prepara a testare la trendline di lungo periodo costruita sui minimi decrescenti, che se infranta potrebbe aprire a scenari molto interessanti.
Anche la coppia EruRub ha aggiornato i minimi, infatti ieri si è affacciata finanche sotto quota 67,88 come non accadeva da gennaio 2018.
I driver della valuta moscovita
Come detto, la versatile influenza di fattori interni ed esterni ha spinto il Rublo, rafforzando una tendenza positiva in atto già da diverso tempo.
La tensione in medioriente ha recentemente portato un bel po’ di guadagni al petrolio (col Brent arrivato anche a 71 dollari al barile), cui l’economia russa è molto legata.
Anche il balzo dell’oro – che si è pure affacciato oltre quota 1600 dollari l’oncia – ha favorito la valuta di Mosca, visto il grande quantitativo di riserve detenute dalla Bank Rossii.
In generale la Russia ha mantenuto un certo appeal per gli investitori per la sua stabilità macroeconomica e i suoi tassi di interesse, più alti rispetto ad altri paesi. Da qui il solido apprezzamento della valuta, che secondo alcuni analisti potrebbe testare il livello psicologico di 60 per dollaro, oltrepassato nell’aprile 2018 dopo che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a Mosca.
