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Sud Africa, crisi elettriche e produzione in difficoltà. Lo ZAR precipita contro USD ed EUR

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Il più grande blackout di potenza in un decennio potrebbe avere forti ripercussioni sulla crescita economica del paese

Giornata pesante per il Sud Africa e per il Rand, che perde fortemente quota () sulle preoccupazioni riguardo al più grande blackout di potenza in un decennio, che ha interrotto le operazioni di estrazione in tutto il paese questa settimana.

Crisi energetica e ripercussioni economiche

Il fornitore pubblico di energia elettrica (serve il 90% del Paese) infatti sta erogando il servizio a singhiozzo, a causa dei guasti tecnici dovuti alle improvvise inondazioni di questi giorni. Questo ha costretto diverse compagnie minerarie sudafricane a sospendere le attività estrattive in tutto il paese, tagliando quindi la produzione.
Il paese ha subito interruzioni di corrente fino a 6 mila megawatt (Mw), dovute in particolare ai guasti provocati alla centrale a carbone Medupi, gestita dalla compagnia statale.

Va ricordato che la Eksom è stata colpita da una crisi finanziaria che ha influito negativamente sulla sua liquidità, e che il governo ha stanziato un pacchetto di salvataggio da 59 miliardi di rand (circa 3,5 milioni di euro) da spalmare in due anni. Proprio le incertezze sulla alimentazione elettrica sono già costate al paese un calo del Prodotto interno lordo (Pil) allo 0,6% nel terzo trimestre, in quella che è la seconda contrazione quest’anno.
Ed è proprio questo che spaventa gli investitori e allontana i capitali da paese.

UsdZar in crescita

Il mercato ha reagito malissimo a questa situazione (che rischia di minare ulteriormente la crescita sudafricana), penalizzando il Rand che è precipitato di oltre un punto percentuale sia contro il dollaro () che contro l’euro (EurZar).
Come vediamo sulla webtrader , nei confronti della valuta americana, dopo aver rimbalzato per la terza volta sul supporto a 14.530, la coppia è nuovamente schizzata verso l’alto e adesso potrebbe infrangere il triangolo che si sta formando da inizio settembre.

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A completare il quadro negativo c’è il calo della produzione manifatturiera per il quinto mese consecutivo a ottobre, secondo i dati preliminari dell’ufficio di statistica, e la costante minaccia di downgrade del debito sovrano del paese a “junk” (spazzatura). Ipotesi tutt’altro che remota.

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