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Il dollaro torna a correre. Eurozona, inflazione ancora da record

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Il presidente della Fed di Minneapolis, ha affermato che la banca centrale potrebbe alzare il suo tasso di riferimento al di sopra del 4,75%

Dopo un po’ di pausa, il dollaro è tornato ad esercitare una forte pressione sulle altre valute, a cominciare dall’euro.

Il biglietto verde da un lato viene preferito come valuta rifugio preferito, in un contesto di peggioramento delle prospettive di crescita globale, dall’altro viene sostenuto dalle aspettative che la Federal Reserve porterà avanti i suoi piani aggressivi di inasprimento per ridurre l’inflazione.
Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha affermato che la banca centrale potrebbe aver bisogno di alzare il suo tasso di riferimento al di sopra del 4,75% se l’inflazione ‘sottostante‘ continuerà ad accelerare.

Mentre il rendimento del Tesoro a 10 anni si è spostato verso il 4,1%, il più alto dall’ottobre 2008, il è risalito oltre quota 112,5, con alcune delle attività di acquisto più pronunciate nei confronti della sterlina britannica () e dell’euro ().

Intanto proprio dalla Eurozona è giunto un altro dato record sull’inflazione. Il tasso annuale è stato leggermente rivisto al 9,9% a settembre 2022, rispetto a una stima preliminare del 10,0%, ma comunque è il tasso più alto da quando sono iniziati record comparabili nel 1991 (inoltre è ben al di sopra dell’obiettivo della Banca centrale europea di circa il 2,0%).
L’inflazione core annuale, che esclude la volatilità dei prezzi di energia, cibo, alcol e tabacco, è salita al 4,8% a settembre, anche il più alto mai registrato.

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