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Sterlina, boccata d’ossigeno dopo l’intervento della Bank of England

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Il cambio GBPUSd si riporta sopra 1,10, allontanandosi ulteriormente dal minimo record di 1,03 che venne raggiunto il 26 settembre

La frenata del dollaro per via dell’attesa del dato sull’inflazione e delle minute del Fomc, propizia il recupero delle altre valute, tra le quali anche la sterlina birtannica.
Il cambio si riporta sopra 1,10, allontanandosi ulteriormente dal minimo record di 1,03 che venne raggiunto il 26 settembre (dopo l’annuncio del ministro Kwarteng di un maxi-piano per il taglio delle tasse).
Ma la situazione attorno alla sterlina rimane ancora tesa.

Tra lunedì e martedì, la Bank of England ha fatto due annunci importanti.
Il primo ha riguardato le sue operazioni giornaliere di acquisto di gilt, che crescerà fino a un limite massimo giornaliero di 10 miliardi di sterline per il resto della settimana. La banca centrale si è inoltre impegnata a lanciare una Temporary Expanded Collateral Repo Facility, o TECRF, per consentire alle banche di allentare le pressioni sui fondi LDI attraverso operazioni di assicurazione della liquidità, che dureranno fino al 10 novembre.

Il secondo annuncio ha precisato che nell’acquisto di gilt verranno inclusi anche quelli indicizzati all’inflazione.

Proprio il rendimento del Gilt 10 anni britannico è sceso, dopo aver brevemente avvicinato il massimo da quattordici anni del 4,5% all’inizio della sessione. E’ stato però necessario l’intervento della BoE, a seguito di un sell-off del giorno prima.

Sulle prospettive della sterlina pesano però le persistenti preoccupazioni riguardo all’economia del Paese, che si avvia verso una lunga recessione. Gli investitori non sono convinti che la BoE riuscirà a proteggere l’economia e controllare l’inflazione, in un momento in cui la Fed continua con la sua posizione da falco.

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