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PETROLIO, altra discesa. Brent e WTI sono sui livelli di gennaio

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L’aggressività delle banche centrali fa temere una imminente recessione, con inevitabili cali della domanda di greggio

Si chiude un’altra settimana in discesa per il petrolio, la quarta consecutiva. e si affacciano sui aggirano ormai sui minimi annuali, sul prezzo che avevano prima dello scoppio della guerra in Ucraina.

Il ribasso degli ultimi tempi è frutto delle mosse delle banche centrali di tutto il mondo che stanno aumentando ulteriormente i tassi di interesse per frenare la corsa dell’inflazione. Questa settimana l’hanno fatto anche Federal Reserve, Banca d’Inghilterra e la Banca nazionale svizzera.
Ma tutto questo alimenta le preoccupazioni su un rallentamento economico, avvicina scenari recessivi e quindi pesa sulle prospettive della domanda di energia.


Mentre il greggio scende sotto la soglia degli 80 dollari al barile, il viaggia sugli 86.
Anche il rally del dollaro innescato dalla posizione aggressiva della Fed nei confronti dell’inflazione e dalla domanda di beni rifugio ha intaccato il sentiment, poiché rende il petrolio più costoso per gli acquirenti che detengono altre valute.


Nel frattempo, gli sforzi per rilanciare l’accordo nucleare iraniano del 2015 si sono arenati. Gli investitori monitorano la parziale mobilitazione militare della Russia che potrebbe interrompere ulteriormente l’offerta di petrolio, facendo rimbalzare la domanda cinese e la possibilità di ulteriori tagli alla produzione da parte dell’OPEC+.

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