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Petrolio, settimana flop per Brent e WTI. Ecco cosa sta deprimendo il mercato

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Dopo 4 sessioni consecutive al ribasso, il greggio non vede ancora spiragli di luce all'orizzonte

Sono giorni complicati per il mercato del petrolio. Greggio Brent e WTI (West Texas intermediate) hanno vissuto 4 sedute di fila in calo (da lunedì a giovedì) perché gli investitori reagiscono ai timori sul calo della domanda globale, agli aumenti delle scorte e alle preoccupazioni sul fatto che gli Stati Uniti e la Cina possano raggiungere un accordo commerciale a lungo termine.

Le preoccupazioni del mercato

La frenata economica globale sta mettendo a dura prova il mercato del petrolio. Se l’economia mondiale rallenta, il petrolio ne risente. I deludenti dati di fabbrica deboli provenienti dalla Cina non hanno che consolidato questa preoccupazione. Dal lato dell’offerta invece, gli ultimi dati EIA hanno mostrato che gli Stati Uniti hanno incrementato la produzione a ottobre (stimolata da un aumento del 30% della produzione dal Golfo del Messico), superando i 600.000 barili e raggiungendo un record di 12,4 milioni di barili.

La crescita produttiva americana giunge peraltro il giorno dopo che la VIA ha comunicato i suoi numeri settimanali sulle scorte, evidenziando un incremento di 5,7 milioni di barili, superiore alle stime che ipotizzavano un aumento di soli 494.000 barili. . A tutto questo si aggiungono le preoccupazioni per il fatto che i leader degli Stati Uniti e della Cina lottano per porre fine a una disputa di 16 mesi, che ha rovinato il commercio tra le due maggiori economie del mondo e trascinato giù l’intera economia mondiale.

Le conseguenze sui prezzi

Come detto, negli ultimi giorni Brent e WTI sono finiti sotto pressione. Come vediamo nell’immagine sottostante – tratta da e riferita al Brent – l’intera settimana è stata caratterizzata da una forte spinta dei venditori.
Il WTI è scivolato verso i 54 dollair al barile, il Brent è sceso sotto quota 60.

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Il sondaggio Reuters

Nel frattempo, un sondaggio di Reuters ha mostrato che i prezzi del petrolio probabilmente rimarranno sotto pressione sia per la parte finale di quest’anno che per il prossimo.

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