Continua a marciare forte l’ETF Invesco QQQ Trust, Series 1 (QQQ), che si sta nuovamente avvicinando ai massimi storici, toccati a luglio a quota 195.29 (circa 0.8% sopra l’attuale prezzo).
QQQ marcia spedita nel 2019
Nonostante una maggiore volatilità, questo ETF che tiene traccia dei movimenti del Nasdaq, dall’inizio dell’anno è cresciuto del 25%, come possiamo vedere sulla piattaforma di , dove è disponibile per la negoziazione in UE.
Molti dei guadagni maturati quest’anno sono frutto del “rimbalzo” dai livelli depressi dove si trovavano le azioni del paniere a inizio anno.
Apple (AAPL), ad esempio, è sceso a $ 140 a gennaio e da allora è salito del 69%. Tra le prime 25 partecipazioni di QQQ, soltanto Netflix (NFLX) ha avuto un rendimento negativo (-0,4%). A brillare invece è soprattutto KLA Corp (leader nei sistemi di controllo dei processi industriali), con un impressionante 85,5%.
I driver della spinta
La spinta è arrivata da una combinazione di utili migliori del previsto delle azioni principali, insieme a un sentiment complessivo più rialzista, supportato dai recenti tagli dei tassi della Fed. A settembre poi, la mezza svolta nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha potenzialmente aperto le porte a un rialzo fino alla fine dell’anno.
La marcia spedita del QQQ non è storia recente. Nell’ultimo decennio è infatti aumentato del 392%, sovraperformando significativamente lo S&P500 (SPY), con un rendimento storico che difficilmente si può trovare altrove.
Prospettive
Tra i punti di forza del QQQ va menzionato il fatto che un terzo delle partecipazioni (50% del peso totale), ha registrato una crescita dei ricavi oltre la doppia cifra, e i bilanci delle aziende sottostanti sono complessivamente sotto leva, con un numero di società di alto profilo come Facebook (FB) e Alphabet (GOOGL, GOOG) che non hanno debiti a lungo termine. Questo non è necessariamente un motivo per acquistare da solo, ma è comunque un punto di forza per QQQ come ETF.
D’altra parte, le persistenti preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale e una prospettiva più incerta per l’economia degli Stati Uniti possono limitare una chiara rottura al rialzo.
