Il nervosismo che già si respirava settimana scorsa sui mercati, esplode all’inizio di questa. Mentre i mercati azionari vanno a picco e le criptovalute sprofondano, il dollaro corre tanto che l’indice del biglietto verde supera di slancio quota 105.
L’aumento feroce dell’inflazione (al livello più alto da dicembre 1981) sta spingendo le banche centrali ad alzare i tassi di interesse in modo più aggressivo di quanto previsto. Queste mosse così decise finiranno per avvicinare sempre di più la recessione economica, timore che adesso si percepisce chiaramente anche negli USA.
Lo dimostra il fatto che il rendimento dei Treasury a 2 anni è stato scambiato anche oltre la sua controparte a 10 anni, un segnale che tradizionalmente è visto come anticipatore di una recessione.
Questo clima teso ha spinto il oltre 105, in prossimità dei massimi degli ultimi 20 anni.
Il cambio scivola verso la soglia di 1,04, avvcinandosi anch’esso ai minimi ventennali toccati il mese scorso.
I riflettori sono puntati tutti sulla Fed, che mercoledì dovrebbe annunciare un aumento del tasso di almeno 50 punti base. Ma i mercati stanno scontando anche un futuro incremento di 75 punti base entro settembre.
