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Regno Unito, inflazione record e timore recessione. Sterlina in calo

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I prezzi sono saliti del 9%. Si tratta del maggior incremento da oltre 40 anni

L’inflazione britannica vola sui massimi di oltre 40 anni, e la sterlina torna sotto pressione sul mercato valutario.
I prezzi nel Regno Unito, come segnalato dall’istituto nazionale di statistica britannico, sono saliti del 9% contro il +7 di marzo. Si tratta del maggior incremento da oltre 40 anni.
La spinta principale è giunta dall’impennata dell’energia, ma ulteriori pressioni rialziste sono state dovute all’aumento dei costi di cibo e trasporti.

Intanto anche l’inflazione alla produzione segna un dato record, arrivando al 14% su base annua (contro la previsione del mercato del 12,5%). È il livello più alto dal luglio 2008.
Anche su su base mensile i prezzi alla produzione segnano un aumento record, del 2,3%. Il massimo da maggio 2008 e al di sopra delle previsioni di mercato di un aumento dell’1%.

Come detto, i dati sui prezzi hanno messo sotto pressione la sterlina britannica, scesa al di sotto di $ 1,25 (GBPUSD), non lontano dai minimi di 2 anni toccati settimana scorsa.
Gli investitori si preoccupano per i rischi di stagflazione o addirittura di recessione, poiché il tasso di inflazione ha raggiunto livelli che non si vedevano dal 1982, mentre l’economia si è già contratta a marzo e il potere d’acquisto dei consumatori continua a contrarsi.

Il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey ha recentemente affermato che le probabilità di ulteriori aumenti dei tassi sono ridotte, per via dei rischi al ribasso per la crescita.

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