La Banca centrale della Turchia è costretta a un nuovo intervento sul tasso di rifinanziamento, dopo che la Lira è scesa nel Forex di oltre il 5%. L’istituto di Ankara ha infatti aumentato il tasso a una settimana al 17,75% dal precedente 16,5%. La mossa fa seguito a quella fatta pochi giorni fa, quando ci fu un rialzo di 300 punti.
Ricordiamo che dal primo giugno questo tasso è considerato quello di riferimento dalla Banca centrale turca, prendendo il posto del tasso di rifinanziamento a un giorno.
Erodgan si è sempre opposto a mettere un freno alla situazione tramite l’aumento del costo del denaro, perché ritiene gli alti tassi di interesse “il padre e la madre di tutti i mali” (non a caso Erdogan da tempo si è autodefinito “nemico dei tassi”).
La decisione dell’istituto è stata presa per assicurare la stabilità dei prezzi, dal momento che a maggio l’inflazione è salita al 12,15% dal 10,85% di aprile, ai massimi da un decennio (il target è il 5%).
Questa spirale inflazionistica è dovuta alla scelta di sostenere una crescita elevata oltre i limiti del sostenibile, generando anche un elevato fabbisogno di finanziamenti esterni e un deficit delle partite correnti elevatissimo (pari a circa 55 miliardi di dollari Usa all’anno).
Tutto questo ha però innervosito gli investitori, scaricando forti pressioni sulla Lira.
La coppia EurTry invece è scesa a 5.2929, dopo aver raggiunto 5.4253.
Il clima però rimane teso, visto che mancano poco più di due settimane alle elezioni presidenziali e politiche anticipate (24 giugno), e quindi l’attuale contesto di volatilità potrebbe persistere almeno fino ad allora.