Il 2025 passerà alla storia come un altro anno straordinario per il prezzo dell’oro, che ha superato la soglia dei 4mila dollari per oncia ed ha raggiunto ripetutamente nuovi massimi storici.
Ma secondo diversi analisti, questa corsa potrebbe continuare anche nel 2026, arrivando al traguardo dei 2500 dollari per oncia.
La ragione di questo ottimismo è nel profondo cambiamento strutturale che sta vivendo il mercato aurifero, in special modo dal lato della domanda.
In generale, l’attuale contesto macroeconomico favorisce la richiesta di beni rifugio, non solo per le incertezze geopolitiche ma anche perché la crescita dei tassi reali sta cominciando a regredire, mentre la Fed è sempre più orientata verso un ciclo di allentamento graduale.
La forte domanda di lingotti da parte delle banche centrali (su livelli che non si vedevano dagli anni Settanta) è il motore più significativo dell’attuale fase rialzista.
Un altro fattore rialzista per il prezzo dell’ la resilienza della domanda non speculativa, in special modo l’accelerazione degli acquisti di lingotti e gioielleria in Asia e Medio Oriente, che rappresentano oggi un pilastro del mercato globale.
Su dal lato della domanda ci sono questi fattori di spinta, dal lato dell’offerta la produzione primaria mostra segnali di affaticamento. L’apertura di nuovi siti estrattivi richiederà tempi molto più lunghi rispetto al passato, e ciò è destinato ad ampliare il deficit di oro fisico sul mercato.
La combinazione tra domanda crescente e offerta limitata disegna una curva dei prezzi più inclinata rispetto alle proiezioni passate e prepara il terreno per un nuovo regime nel mercato dell’.

















