Dopo il significativo rally che lo aveva spinto ben oltre i 4000 dollari per oncia, il prezzo dell’oro ha dovuto subire un duro colpo negli ultimi giorni.
In certe circostanze una correzione è assolutamente fisiologica, ma porta sempre con sé un dubbio: si tratta di un campanello d’allarme che la corsa sta finendo oppure è una brillante opportunità di acquisto a prezzo più contenuto?
Martedì scorso i prezzi dell’oro hanno registrato il calo intragiornaliero più accentuato in oltre dodici anni. In buona parte, questa frenata è accentuata dalle prese di profitto che sono scattate alla prima flessione, che ha fatto sorgere la preoccupazione che il rally sia andato troppo oltre. Del resto prima della venduta l’ aveva guadagnato oltre il 65% da inizio anno.
Nonostante la recente volatilità, alcuni analisti restano molto fiduciosi e ipotizzano una corsa fino a 5mila dollari l’oncia entro il terzo quadrimestre del 2026. Altri analisti si spingono addirittura al 2028, dicendo che raggiungerà i 6mila dollari l’oncia. Insomma, la recente correzione sarebbe un’occasione di ingresso.
Le ragioni di questo ottimismo stanno nei futuri tagli dei tassi di interesse, nei continui acquisti di oro fisico da parte delle banche centrali, e nella situazione geopolitica ancora fragile. Una combinazione di fattori macroeconomici, fondamentali e anche di momentum potrebbero quindi ancora sostenere la corsa dell’oro.
Ma c’è anche chi è meno ottimista, e avverte che il percorso dei tassi di interesse potrebbe essere meno lineare del previsto, perché gli acquisti delle banche centrali potrebbero rallentare e perché il clima geopolitico potrebbe togliere linfa alla corsa dell’. Senza considerare il fatto che, più alto è il prezzo, più gli investitori saranno cauti ad acquistare ancora. Bisogna sempre ricordare che ogni volta che qualcuno compra, c’è qualcuno che vende e viceversa.
