I dati sull’inflazione allentano la pressione sulla Bank of Canada e danno una spinta al dollaro canadese, che alla vigilia del meeting dell’istituto centrale si affaccia sui massimi di questo settembre rispetto al collega americano ().
L’IPC canadese di agosto è salito dell’1,9% su base annua (al di sotto del 2% previsto), mantenendo l’inflazione complessiva al di sotto del punto medio del 2% della BoC per il quinto mese consecutivo. Su base mensile, l’IPC è sceso dello 0,1%, dopo un aumento dello 0,3% a luglio e rispetto alle stime di nessuna variazione.
Tuttavia l’IPC core medio ridotto, seguito da vicino dalla BoC per l’inflazione sottostante, è ancora alto: 3% ad agosto, anche se in calo rispetto al 3,1% di luglio. Ciò segnala un’inflazione sottostante persistente.
Queste letture, insieme ai segnali di una continua resilienza economica, implicano che la BoC può mantenere la politica restrittiva più a lungo e hanno ridotto la probabilità di un rapido ciclo di allentamento. Tuttavia dal meeting di domani ci si aspetta comunque un taglio di 25 punti base, ma in seguito il percorso dovrebbe essere meno aggressivo e più cauto.
Proprio per questo gli investitori seguiranno attentamente la dichiarazione e la conferenza stampa di accompagnamento della BoC.
Il dollaro canadese si è così rafforzato rispetto all’omologo americano. Il cambio si affaccia sotto quota 1,375, toccando anche i minimi di questo mese di settembre. In questo modo va a testare la media mobile a 50 periodi, che sta agendo da supporto.
A favorire il CAD è anche l’indebolimento del dollaro USA, trainato dalle aspettative di un’imminente taglio di 25 punti base da parte della FED e di ulteriori allentamenti quest’anno.
