Accelera la fase ribassista del dollaro neozelandese rispetto a quello americano, cominciata all’inizio di luglio. L’ultimo impulso l’ha dato la recente riunione della RBNZ, che ha deciso di tagliare i tassi di interesse.
Nel meeting tenutosi in settimana, la Reserve Bank of New Zealand ha abbassato il costo del denaro di 25 punti base, portandolo al 3% (livello più basso dall’agosto 2022). La decisione del Comitato è stata presa con una maggioranza di 4 a 2.
La RBNZ ha evidenziato i rischi tanto al rialzo quanto al ribasso per le prospettive economiche.
L’inflazione, salita al 2,7% nel secondo trimestre 2025, resta all’interno dell’intervallo obiettivo dell’1-3% dell’MPC. Tuttavia, si prevede che raggiungerà il 3% nel terzo trimestre.
Sul fronte della crescita, il PIL si è contratto dello 0,7% su base annua nel primo trimestre, e dovrebbe essere calato anche nel secondo trimestre. Un rimbalzo è invece previsto nel terzo trimestre. Tuttavia, l’MPC ha osservato che i dazi e l’incertezza politica stanno pesando sulle prospettive e potrebbero mettere a dura prova alcuni settori ed esportatori neozelandesi.
Questo scenario potrebbe spingere la RBNZ verso un ulteriore allentamento per rilanciare un’economia in difficoltà. I mercati e la maggior parte degli economisti prevedono ora almeno altri due tagli dei tassi entro la fine dell’anno, con il rischio di riduzioni più profonde se l’economia non dovesse crescere come spera la banca centrale.
Per questo motivo il dollaro neozelandese si è infilato in un tunnel ribassista. Da inizio luglio il cambio è sceso di circa il 3,5%, e negli ultimi giorni è scivolato ulteriormente arrivando verso 0,580, il livello più basso da aprile scorso.
Peraltro, dopo aver tagliato la media mobile a 50 periodi (Sma50) il cambio ha appena tagliato anche la media a 200 periodi, inviando così un messaggio fortemente ribassista al mercato.
