L’ultimo report sul mercato del lavoro rafforza la possibilità di tagli dei tassi da parte della RBNZ, ma comunque non impedisce al dollaro neozelandese di guadagnare slancio rispetto al biglietto verde americano. Tuttavia, il cambio continua a viaggiare dentro il canale laterale da alcuni mesi.
I dati sull’occupazione neozelandese del secondo trimestre hanno evidenziato che il tasso di disoccupazione è salito a un massimo di quasi cinque anni al 5,2% (anche se ci si aspettava un dato peggiore, 5,3%), mentre cala il numero di occupati (il tasso di partecipazione è sceso dello 0,2%).
Ciò ha rafforzato le aspettative che la Reserve Bank of New Zealand possa tagliare i tassi nella prossima riunione del 20 agosto. I mercati ora scontano una probabilità del 90% di un taglio di 25 punti base, con il potenziale di un ulteriore allentamento a un minimo del 2,75% entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo.
Nel frattempo continua a destare preoccupazione il rapporto commerciale con gli USA, dopo che l’amministrazione Trump ha imposto una tariffa del 15% sulle esportazioni neozelandesi (rispetto a una proposta iniziale del 10%), a partire dal 7 agosto. Potenzialmente potrebbe mettere a dura prova l’economia della Nuova Zelanda, che è fortemente orientata alle esportazioni.
Nonostante queste fonti di preoccupazioni, il dollaro neozelandese è riuscito a salire oltre quota 0,59 dollari (). In questo modo si allontana dal limite inferiore del canale laterale compreso tra 0,585 e 0,610, dove sta viaggiando da aprile.
La crescita è dovuta soprattutto alla marcia indietro che sta facendo il dollaro USD, a causa delle maggiori prospettive di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, viste le crescenti preoccupazioni per l’economia statunitense e il mercato del lavoro.

















