La banca centrale d’Australia decide di assumere un atteggiamento molto prudente, e così al termine della riunione di politica monetaria di luglio, la RBA lascia a sorpresa il tasso di interesse al 3,85%. Il mercato si aspettava invece un taglio di 25 punti base al 3,60%.
La decisione della RBA, presa con 6 voti favorevoli e 3 contrari, è stata sostenuta da prospettive di inflazione più equilibrate e da un mercato del lavoro solido.
La banca centrale sottolinea che – grazie ai tassi più alti – l’inflazione è diminuita sostanzialmente dal picco raggiunto nel 2022 ed è “sulla buona strada per raggiungere il 2,5% su base sostenibile“. Tuttavia, siccome gli ultimi report sono stati leggermente superiori alle previsioni dell’istituto, occorre cautela sul fronte dei tagli ai tassi di interesse.
Inoltre riguardo al mercato del lavoro, diversi indicatori suggeriscono che le condizioni rimangono tese.
Il mancato taglio al costo del denaro ha spinto il rendimento delle obbligazioni australiane a 10 anni a circa 4.29%, ed ha sostenuto il dollaro australiano sul mercato valutario. Il cambio si è rafforzato oltre 0,65 dollari, rimbalzando dalle forti perdite della sessione precedente.
L’Aussie ha beneficiato anche dell’indebolimento del dollaro USD (il si riavvicina alla soglia di 97), dopo che il presidente Trump ha annunciato un nuovo round di dazi rivolti a quattordici paesi che devono ancora finalizzare accordi commerciali con Washington. Le misure includono una tariffa del 25% sui principali esportatori come il Giappone e la Corea del Sud.

















