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Cina, la PBoC congela i tassi ma le parole di Trump spingono l’USDCNH al ribasso

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Il presidente USA ha dichiarato che è ancora possibile un accordo con la Cina per evitare una guerra tariffaria

Per la quarta riunione consecutiva, la PBoC (la banca popolare cinese) ha mantenuto invariati i tassi di prestito chiave. Il tasso di prestito di un anno (LPR), che è il riferimento per la maggior parte dei prestiti aziendali e domestici, è stato mantenuto al 3,1%. Invece il tasso a cinque anni, riferimento per i mutui immobiliari, è rimasto al 3,6%.
Entrambi i tassi sono ai minimi record, dopo i tagli effettuati a ottobre e luglio dell’anno scorso.


Si tratta di una decisione in linea con le aspettative del mercato, perché la banca centrale deve cercare di arginare le fluttuazioni di Yuan e fronteggiare l’incertezza legata alla politica tariffaria aggressiva di Donald Trump.
La PBOC ha recentemente dichiarato che avrebbe modificato la sua politica monetaria al momento opportuno per sostenere l’economia lenta. Inoltre, Pechino si è impegnata a continuare una politica fiscale proattiva quest’anno, per dar seguito al pacchetto di stimoli annunciati a settembre 2024.


Intanto lo Yuan guadagna un po’ di terreno rispetto al dollaro. Dopo tre sessioni consecutive di rialzi, Il cambio scende sotto 7,27, allontanandosi ulteriormente dal massimo di 7,36 toccato nella prima parte di gennaio.
A favorire l’apprezzamento dello Yuan sono anche alcune dichiarazioni di Trump su possibili accordi commerciali con la Cina per evitare una guerra tariffaria.
Intanto il rendimento delle obbligazioni governative a 10 anni della Cina si è stabilizzato intorno all’1,69%.

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