I piccoli segnali di schiarita sul fronte dei dazi commerciali danno una spinta al dollaro canadese, che riesce a raggiungere il livello più forte di un mese e mezzo rispetto al biglietto verde americano.
Gli investitori hanno accolto con soddisfazione il rinvio di un mese dei dazi di Trump, come ha confermato anche il primo ministro Trudeau. Da un lato questo allenta il timore di contraccolpo immediati, e dall’altro alimenta la speranza che si possa giungere ad un accordo.
Ricordiamo che secondo i dati pubblicati dallo Statistic Canada, il 77% dei beni esportati dal Canada è indirizzato verso gli Stati Uniti. Tariffe al 25% potrebbero comportare ripercussioni fino al 2,7% del PIL canadese nel corso del 2025.
A sostenere il Loonie ci sono però anche i dati macro. Nonostante un secondo mese consecutivo di contrazione, il PMI composito è migliorato a 49,5 (rispetto al 49 di gennaio). Il Canada ha anche pubblicato il suo primo surplus commerciale a dicembre dopo nove mesi di deficit.
Il cambio si affaccia anche sotto 1,43, raggiungendo il livello più basso da metà dicembre.
Il rapporto tra le due valute ha raggiunto la Ema50, che funge da supporto. Tuttavia, l’enorme differenziale del tasso tra USA e Canada potrebbe limitare l’ulteriore rimbalzo del CAD, almeno nel breve periodo. Inoltre sulla valuta canadese pesa il un modesto tasso di crescita annuale dell’1,4%.

















