Un taglio al costo del denaro e l’annuncio della fine del quantitative tightening. Questo è l’esito della riunione di politica monetaria della Bank of Canada, che ha ridotto il tasso di interesse di 25 punti base, portandolo al 3%.
Da quando ha cominciato il ciclo di tagli a giugno scorso, la BoC ha sforbiciato il costo del denaro per complessivi 200 bps.
Per motivare questa mossa accomodante, il Consiglio della BoC ha evidenziato che l’inflazione ha invertito la rotta e dovrebbe rimanere vicino all’obiettivo del 2% nei prossimi due anni, dal momento che la crescita dei prezzi sottostante continua a rallentare.
Al tempo stesso, la Banca centrale ha espresso forti preoccupazioni riguardo alla politica commerciale annunciata da Trump, perché i dazi a danno dei prodotti del Paese potrebbero minare la ripresa economica del Canada, ostacolando le principali fonti di domanda di beni e servizi domestici.
Al netto di questi timori, la BoC prevede che la crescita del PIL si rafforzerà nel corso dell’anno, proiettando un’espansione dell’1,8% nei due prossimi anni in seguito alle aspettative di una crescita dell’1,3% nel 2024, secondo il nuovo rapporto di politica monetaria.
La decisione della BoC al momento non ha avuto effetti sul dollaro canadese, anche perché in serata ci sarà l’annuncio della FED sui tassi. Il cambio viaggia nel range 1,43-1,445 da qualche settimana, dopo aver avuto un forte rialzo a partire da ottobre, quando le condizioni finanziarie sono diventate divergenti tra Canada e USA (i rendimenti obbligazionari statunitensi sono aumentati, quelli in Canada sono diminuiti).

















